Questa volta è toccato a "La terra dei morti viventi" di G. Romero. Lasciamo perdere la critica della società, lasciamo perdere i capitoli precedenti, lasciamo perdere l'ondata emotiva del sano film "de paura". È mai possibile che 'sti zombie lenti, rumorosi, goffi e privi di cervello riescano sempre a spuntare dal lato cieco dell'inquadratura per mangiarsi uno dei co-protagonisti?Vent'anni fa il trucco funzionava alla grande (forse) ma adesso il giocattolo si è proprio rotto. Non è una questione di logica: è ovvio che la fizionalità cinematografica ha una coerenza interna che non corrisponde alla logica del mondo "reale". È proprio l'artificio in sé ad essere arruginito.
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