14 maggio, 2008

Ai miei tempi.

Quando ero giovane, bellissimo e scriteriato capitava spesso che attraversassi mezza Italia per presenziare a qualche convention di giochi di ruolo. L'età della ragione e la pace dei sensi mi hanno allontanato da certe pratiche. Fino a domenica scorsa. Negl'ultimi dieci anni pare sia aumentata a dismisura la presenza femminile e la deriva fumettistico-manghica. Entrambi gl'avvenimenti mi hanno colto alla sprovvista. L'ultima convention che riesco a ricordare lucidamente è Romacon '94. Affluenza in calo, molti stand che proponevano giochi in multiplayer per PC, scarsa presenza fumettistica e di gadget relazionati al mondo degli anime e del cinema e DECISAMENTE netta predominaza maschile. I tempi cambiano e non è detto che il cambiamento sia sempre negativo, anzi. Interessante notare come il gioco in rete, agli albori a quei tempi, si sia sviluppato parallelamente a quello "cartaceo" senza "rubare" utenti nonostante attualmente i GDR on-line siano infinitamente meglio di quanto fosse dato immaginare 15 anni addietro.
L'aspetto che più mi ha colpito è stato la pratica del cosplay. Non tanto per la volontà di mascherarsi ma per l'assenza di uno scopo se non quella del travestimento fine a se stesso. A differenza dei GDR live (come "Vampiri, the masquerade") si tratta solo di esibire il proprio costume come metro della fedeltà ad una serie.
Ed è questa relazione, che intercorre tra l'amore per un personaggio di finzione e la volontà di indossarne i panni, a sfuggirmi. La pervicacia dello sforzo nonostante spesso il risultato sia opinabile (per discrepanze meramente fisiche tra il performer e l'oggetto della performance) .rimane, tuttavia, ammirevole.

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