Far passare quattro mesi interi senza postare nulla mi infastidiva un bel po' ma non mi pareva d'avere grosse ragioni per spezzare il silenzio. Poi, riflettendo, mi son reso conto d'avere così tante cose da scrivere su quello che c'è in giro da esserene annichilito.
Ecco il punto, quindi. Leggere, informarsi, attivarsi, manifestare, parlare della situazione politica degl'ultimi mesi ha avuto il nefasto effetto di anestetizzarmi. Che senso ha battersi e sperare che le cose cambino quando anche di fronte alle peggiori nefandezze, per quanto manifeste, nessuno della classe politica attuale ha il pudore d'andarsene? La "spinta dal basso" non solo non è sufficiente ma è proprio inutile. Sono curioso, ma la curiosità non riguarda più la maniera in cui "le cose possono cambiare" ma fino a che punto ci si possa spingere, quanto in basso.
Ad esempio, le recenti dichiarazioni di Berlusconi sul nucleare, mi hanno infastidito non tanto per l'aver "svelato" un fatto noto. Era palese che si cambiasse la proposta di legge con il doppio intento di togliere il terreno sotto i piedi dai referendari e abbassare la possibilità di centrare il quorum. Il fatto che personalmente mi ha irritato è stata la motivazione: "l'opinione pubblica", "la gente", "il popolo" non è in grado di decidere per sé quindi gl'impediamo di commettere uno sbaglio guidati "dall'onda emotiva" e riproponiamo la legge quando siamo sicuri che non può essere bloccata.
Come dei buoni padri di famiglia.
Di figli imbecilli.